Elettra, la nave dei miracoli!

“Candida nave che navigava nel miracolo e animava i

silenzi eterei del mondo.” (di G. D’Annunzio)

L’Elettra è noto per tutti di essere stata la nave dove venivano eseguiti gli esperimenti di Guglielmo Marconi, pochi ricordano o non sanno che nel 1903 lo yacht venne commissionato dall'Arciduca d'Austria Carlo Stefano, ufficiale della marina austriaca presso il cantiere navale Ramage & Ferguson Ldt. di Leith in Scozia, il 27 marzo dopo un anno viene varata e da ha una stazza di oltre 632 tonnellate, la lunghezza dello scafo (fuori tutto) 67,40m e larga 8,40m, pescaggio a pieno carico 5 m, motore a vapore con potenza di 1.000 cavalli e una velocità di 12 nodi, viene battezzato con il nome Rovenska in ricordo dell’omonima località sull'isola di Lussino (oggi Croazia) dove l'arciduca solitamente abitava con moglie, l'arciduchessa Maria Teresa. Nel 1910 lo yacht venne ceduto a Sir Max Waechter e poi nel 1914 riveduto a Gustavus H.F. Pratt mantenendo sempre lo stesso nome anche se passando sotto la bandiera inglese. Con lo scoppio della guerra mondiale viene subito militarizzata e usata per il pattugliamento nella Manica, tra l'Inghilterra ed i porti di Brest e Saint Malo (Francia) inoltre viene adattata come dragamine. Nel 1919 Guglielmo Marconi acquista la Rovenska per 21.000 sterlina ad un'asta e viene portata a La Spezia per adattarla per i scopi scientifici, per assegnarli il nome , inizialmente Marconi voleva dargli Scintilla, poi si optò per ELETTRA questo fu scelto perché molto più facile da pronunciare, in particolar modo dai anglosassoni. Negli anni a seguire nella nave laboratorio continuano importantissimi esperimenti di radiotelefonia, fino al celebre esperimento delle accensione delle luci nel porto di Sidney con il tasto telegrafico conservato al museo del Mare di Trieste dove vi sono conservati altri reperti compreso un modellino dell'Elettra in scala 1:50. Nel 1937 dopo la morte di Guglielmo Marconi viene presa in carico dal Ministero delle Comunicazioni, durante la Guerra Mondiale l'Elettra viene portata e ormeggiata al molo III° del Porto Vecchio di Trieste ritenuto più sicuro dai bombardamenti alleati. Nel 1943 viene requisita dal Comando militare tedesco e svuotata di tutte le sue apparecchiature radio e dei accessori del laboratorio, a questo punto l'Elettra viene armata e usata dalla marina tedesca per il pattugliamento costiero, per questa occasione viene usata la sigla G 107. L'Elettra nel svolgimento di p a t t u g l i a t o r e lungo le coste della Dalmazia il 22 gennaio 1944 a nord di Zara subbi l'attaccato da una squadriglia di aerei inglesi, grazie ai bassi fondali impedì il suo affondamento. Nel 1959 dopo lunghe trattative con il governo Jugoslavo viene riportato a galla e trainato a rimorchio fino il cantiere San Rocco di Muggia (Trieste), l'intento era di restaurare il relitto e portarlo all'epoca di Guglielmo Marconi. Purtroppo i enormi costi per questa operazione e le rivalità tra molte città italiane che rivendicavano i diritti sulla nave, pertanto l'ambizioso progetto di ristrutturazione della nave è "affondata" nuovamente e il 18 aprile 1977 ebbero inizio i lavori per sezionare lo scafo in tante parti e poi diviso tra le città contendenti. La prua nel 1995 venne destinata al comune di Trieste che voleva sistemarlo davanti l’ex Idroscalo di Trieste (ora Capitaneria del Porto) e la parete dell’edificio avrebbe dovuto simulare l’albero per gli stragli di prua. Invece con arrivo del nuovo millennio il 6 settembre 2000 viene trasportata nel piazzale prospiciente il Laboratorio di ricerche elettromagnetiche intitolato a Guglielmo Marconi, nell’Area di Ricerca di Padriciano nel Carso Triestino dove trova finalmente la sua definitiva sistemazione.
iv3kasGigi Popovič

Panfilo

Elettra,

l’ultimo

viaggio

della nave della discordia…

Il 6 settembre 2000 ho avuto la fortuna di essere testimone del suo ultimo viaggio via mare, in quella occasione ho fatto un piccolo servizio fotografico, dopo alcuni anni ho deciso di raccontare quei emozionanti momenti e rendere pubbliche alcune foto ai visitatori di queste pagine. ...Da anni abbandonata, altri seguiti a fare numerosi progetti, questa è stata la sua lunga agonia. Per alcuni anni ho avuto l'occasione a pochi metri dalla finestra dell’ufficio a vedere arrugginire ciò che rimaneva del panfilo Elettra. Col arrivo del nuovo millennio è stata finalmente presa una decisione a dargli un ormeggio più dignitoso a questa gloriosa nave o meglio alla "Prua dell'Elettra". Questo oggi è il suo ultimo viaggio via mare e di quello che ne rimane dell’Elettra, nave laboratorio e luogo di tanti esperimenti di Guglielmo Marconi. La sua destinazione definitiva è Padriciano, altipiano carsico nella provincia di Trieste. Qui prua è destinata a diventare un monumento all'interno dell'Area Science Park, arrivata a bordo di una chiatta il 6 settembre 2000 alle 15.40 al molo Bersaglieri, pochi metri da piazza Unità d'Italia, dopo lo sbarco rimarrà ferma in banchina per alcune ore, durante la notte con la diminuzione del traffico cittadino proseguirà il suo viaggio attraversando la città via terra in direzione dell'altopiano carsico. Da questo ultimo viaggio via mare la prua dell’Elettra viene accolta da una delegazione formata dal vicesindaco, dal direttore dei civici musei, dal comandante della Capitaneria del porto di Trieste, la rappresentanza del Comitato Elettra, la stampa e da un folto pubblico di cittadini. Sulle riva triestina in quel momento vi erano due Elettra, ad attendere il suo arrivo era presente anche la figlia di Guglielmo Marconi, Principessa Elettra Marconi, la quale ha dichiarato "Da bambina, su quest'imbarcazione ho vissuto momenti splendidi" . Confusi tra la folla una piccola rappresentanza dei radioamatori della locale sezione A.R.I. di Trieste, il presidente di allora Salvatore IV3DYS e Luigi IV3KAS. Nella tarda serata la prua dell'Elettra percorrerà su un carrello speciale scortato dai vigili urbani l'ultima parte del viaggio attraversando la città di Trieste in direzione dell'altipiano carsico, dopo oltre 7 ore di viaggio a passo d'uomo tra le vie cittadine la prua arriva finalmente a destinazione, qui viene sistemata definitivamente sotto la direzione dell'architetto Giò Pomodoro. Dopo cinque anni esatti dal suo arrivo nel nuovo "ormeggio" il 2 settembre 2005 finalmente si iniziava a fare un po' lifting, cioè sabbiatura e verniciatura della prua anche se per una nave per questi lavori solitamente c'è il bacino di carenaggio, ma per questa volta sarà diverso, immerso tra i splendidi colori di inizio d'autunno come sa colorarsi solo il carso, ad ogni modo finalmente fa bella mostra di sé, non mancherà così di alimentare le fantasie dei visitatori.
Panfilo “Rovenska” Pola 1905
1943 ormeggio al molo III° di Trieste
Trasformazione del ex Elettra poi G107 nel 1943
Dove fu colpita il 22 gennaio 1944 il patugliatore tedesco ex Elettra a nord di Zara (Costa Dalmata) oggi Croazia
(Disegno ing. E. Geller)
Per vedere le immagini ingrandite clicca su una e avvia il play!

Elettra, la nave dei miracoli!

“Candida nave che navigava nel miracolo e

animava i silenzi eterei del mondo.” (di G.

D’Annunzio)

L’Elettra è noto per tutti di essere stata la nave dove venivano eseguiti gli esperimenti di Guglielmo Marconi, pochi ricordano o non sanno che nel 1903 lo yacht venne commissionato dall'Arciduca d'Austria Carlo Stefano, ufficiale della marina austriaca presso il cantiere navale Ramage & Ferguson Ldt. di Leith in Scozia, il 27 marzo dopo un anno viene varata e da ha una stazza di oltre 632 tonnellate, la lunghezza dello scafo (fuori tutto) 67,40m e larga 8,40m, pescaggio a pieno carico 5 m, motore a vapore con potenza di 1.000 cavalli e una velocità di 12 nodi, viene battezzato con il nome Rovenska in r i c o r d o d e l l o m o n i m a località sull'isola di Lussino (oggi Croazia) dove l ' a r c i d u c a solitamente abitava con moglie, l'arciduchessa Maria Teresa. Nel 1910 lo yacht venne ceduto a Sir Max Waechter e poi nel 1914 riveduto a Gustavus H.F. Pratt mantenendo sempre lo stesso nome anche se passando sotto la bandiera inglese. Con lo scoppio della guerra mondiale viene subito militarizzata e usata per il pattugliamento nella Manica, tra l'Inghilterra ed i porti di Brest e Saint Malo (Francia) inoltre viene adattata come dragamine. Nel 1919 Guglielmo Marconi acquista la Rovenska per 21.000 sterlina ad un'asta e viene portata a La Spezia per adattarla per i scopi scientifici, per assegnarli il nome , inizialmente Marconi voleva dargli Scintilla, poi si optò per ELETTRA questo fu scelto perché molto più facile da pronunciare, in particolar modo dai anglosassoni. Negli anni a seguire nella nave laboratorio continuano importantissimi esperimenti di radiotelefonia, fino al celebre esperimento delle accensione delle luci nel porto di Sidney con il tasto telegrafico conservato al museo del Mare di Trieste dove vi sono conservati altri reperti compreso un modellino dell'Elettra in scala 1:50. Nel 1937 dopo la morte di Guglielmo Marconi viene presa in carico dal Ministero delle Comunicazioni, durante la Guerra Mondiale l'Elettra viene portata e ormeggiata al molo III° del Porto Vecchio di Trieste ritenuto più sicuro dai b o m b a r d a m e n t i alleati. Nel 1943 viene requisita dal Comando militare tedesco e svuotata di tutte le sue apparecchiature radio e dei accessori del laboratorio, a questo punto l'Elettra viene armata e usata dalla marina tedesca per il pattugliamento costiero, per questa occasione viene usata la sigla G 107. L'Elettra nel svolgimento di pattugliatore lungo le coste della Dalmazia il 22 gennaio 1944 a nord di Zara subbi l'attaccato da una squadriglia di aerei inglesi, grazie ai bassi fondali impedì il s u o a f f o n d a m e n t o . Nel 1959 dopo lunghe trattative con il governo Jugoslavo viene riportato a galla e trainato a rimorchio fino il cantiere San Rocco di Muggia (Trieste), l'intento era di restaurare il relitto e portarlo all'epoca di Guglielmo Marconi. Purtroppo i enormi costi per questa operazione e le rivalità tra molte città italiane che rivendicavano i diritti sulla nave, pertanto l'ambizioso progetto di ristrutturazione della nave è "affondata" nuovamente e il 18 aprile 1977 ebbero inizio i lavori per sezionare lo scafo in tante parti e poi diviso tra le città contendenti. La prua nel 1995 venne destinata al comune di Trieste che voleva sistemarlo davanti l’ex Idroscalo di Trieste (ora Capitaneria del Porto) e la parete dell’edificio avrebbe dovuto simulare l’albero per gli stragli di prua. Invece con arrivo del nuovo millennio il 6 settembre 2000 viene trasportata nel piazzale prospiciente il Laboratorio di ricerche elettromagnetiche intitolato a Guglielmo Marconi, nell’Area di Ricerca di Padriciano nel Carso Triestino dove trova finalmente la sua definitiva sistemazione.
iv3kasGigi
Popovi č
EnglishFrenchGermanJapaneseRussianSlovenianSpanish
Panfilo “Rovenska” Pola 1905
1943 ormeggio al molo III° di Trieste
Dove fu colpita il 22 gennaio 1944 il patugliatore tedesco ex Elettra a nord di Zara (Costa Dalmata) oggi Croazia

Panfilo

Elettra,

l’ultimo

viaggio

della

nave

della discordia…

Il 6 settembre 2000 ho avuto la fortuna di essere testimone del suo ultimo viaggio via mare, in quella occasione ho fatto un piccolo servizio fotografico, dopo alcuni anni ho deciso di raccontare quei emozionanti momenti e rendere pubbliche alcune foto ai visitatori di queste pagine. ...Da anni abbandonata, altri seguiti a fare numerosi progetti, questa è stata la sua lunga agonia. Per alcuni anni ho avuto l'occasione a pochi metri dalla finestra dell’ufficio a vedere arrugginire ciò che rimaneva del panfilo Elettra. Col arrivo del nuovo millennio è stata finalmente presa una decisione a dargli un ormeggio più dignitoso a questa gloriosa nave o meglio alla "Prua dell'Elettra". Questo oggi è il suo ultimo viaggio via mare e di quello che ne rimane dell’Elettra, nave laboratorio e luogo di tanti esperimenti di Guglielmo Marconi. La sua destinazione definitiva è Padriciano, altipiano carsico nella provincia di Trieste. Qui prua è destinata a diventare un monumento all'interno dell'Area Science Park, arrivata a bordo di una chiatta il 6 settembre 2000 alle 15.40 al molo Bersaglieri, pochi metri da piazza Unità d'Italia, dopo lo sbarco rimarrà ferma in banchina per alcune ore, durante la notte con la diminuzione del traffico cittadino proseguirà il suo viaggio attraversando la città via terra in direzione dell'altopiano carsico. Da questo ultimo viaggio via mare la prua dell’Elettra viene accolta da una delegazione formata dal vicesindaco, dal direttore dei civici musei, dal comandante della Capitaneria del porto di Trieste, la rappresentanza del Comitato Elettra, la stampa e da un folto pubblico di cittadini. Sulle riva triestina in quel momento vi erano due Elettra, ad attendere il suo arrivo era presente anche la figlia di Guglielmo Marconi, Principessa Elettra Marconi, la quale ha dichiarato "Da bambina, su quest'imbarcazione ho vissuto momenti splendidi" . Confusi tra la folla una piccola rappresentanza dei radioamatori della locale sezione A.R.I. di Trieste, il presidente di allora Salvatore IV3DYS e Luigi IV3KAS. Nella tarda serata la prua dell'Elettra percorrerà su un carrello speciale scortato dai vigili urbani l'ultima parte del viaggio attraversando la città di Trieste in direzione dell'altipiano carsico, dopo oltre 7 ore di viaggio a passo d'uomo tra le vie cittadine la prua arriva finalmente a destinazione, qui viene sistemata definitivamente sotto la direzione dell'architetto Giò Pomodoro. Dopo cinque anni esatti dal suo arrivo nel nuovo "ormeggio" il 2 settembre 2005 finalmente si iniziava a fare un po' lifting, cioè sabbiatura e verniciatura della prua anche se per una nave per questi lavori solitamente c'è il bacino di carenaggio, ma per questa volta sarà diverso, immerso tra i splendidi colori di inizio d'autunno come sa colorarsi solo il carso, ad ogni modo finalmente fa bella mostra di sé, non mancherà così di alimentare le fantasie dei visitatori. Per vedere le immagini ingrandite clicca su una e avvia il play!